Gennaio 17, 2021

In ricordo di Valerio Calvi, da Vienna

Da Vienna i Komendunesi

Di Marcello Conca

È stato nel 2009 che Valerio mi invitò per la prima volta a far parte del gruppo del Museo della Torre ed è stato il 2018 l’anno in cui mi sono sentito pronto ad accettare questo invito. Se nel 2009 le mie giornate si dividevano tra liceo e conservatorio, nel 2018 Valerio ha saputo cogliere in me il desiderio de fa’ ergot, in qualche modo di tornare a “vivere Comendü”. Infatti, al di là dei motivi musicali che mi hanno portato a Vienna, l’esperienza di poter vivere in questa città europea è stata per me un intenso percorso di riflessione interiore, in cui ho potuto realmente comprendere la profonditá e l’importanza delle mie radici comendunesi. Il fiuto manageriale di Valerio è stato in grado di riconoscere in me questo attaccamento e la sua capacità da Presidente di intrecciarlo e tesserlo con l’attività del Museo, tramutandolo così -come già formulato nel 2019 da Tosca Finazzi- in una “nostalgia attiva”. Da abile malleatore – lavoratore del maglio -, Valerio ha raccolto così nuove energie e materie prime, convogliandole ed amministrandole per il Museo della Torre.

Tra le novità sostenute durante la Presidenza di Valerio, l’esperienza dei Komendunesi è stata l’iniziativa di maggiore portata, che ha stimolato il Museo con tutti i suoi soci e Comenduno ad una grande mobilitazione. L’accoglienza, l’ospitalità, la musica, le relazioni, il formaggio del Battista e del Giancarlo, il movimento insieme hanno reso Comenduno un palco su cui la storia Comendunese ha potuto incontrarsi e raccontarsi di nuovo, anche ad occhi europei.

In generale, i festeggiamenti del trentennale hanno permesso alla vocazione etnografica del Museo di trovare la spinta per proiettarsi a nuovi futuri orizzonti. Il grande merito della Presidenza di Valerio è stato l’interpretare e il gestire questo giubileo non come un traguardo, ma come un nuovo punto di partenza. Tutto il lavoro per la costituzione della nuova Associazione del Museo – con nuovi soci e nuovo statuto – rientra nella visione a lungo termine di una Weiterentwicklung (una evoluzione ulteriore) iniziata nel 2019. Le Frosche, il lavoro riguardo la Filanda, la sontuosa ricerca del “Tesoro sotto i nostri piedi” e l’esperienza dei Komendunesi rappresentano il frutto di un’attività culturale volta non solo alla collezione e manutenzione del nostro passato, bensì di un’attività associativa concentrata in prima linea  sull’interpretazione del presente in cui viviamo e in seconda sulla provocazione di essa, che ci stimola al cambiamento: come individui e Comunità.

Il grande merito della Presidenza di Valerio è stato l’interpretare e il gestire questo giubileo non come un traguardo, ma come un nuovo punto di partenza.

Prova tangibile di questo scatto è il progetto de “La Voce nel silenzio” e l’attenzione da esso suscitata. Merito dell’organizzazione da parte del socio Diego Vedovati e frutto del lavoro di squadra di tutti gli altri Soci, questa raccolta ha spinto il Museo in una dimensione totalmente nuova rispetto ai mezzi usati fino ad ora: internet. Poter essere parte di un gruppo così dinamico rappresenta per me, oltre che una bella storia di appartenenza, un grande onore. Un gruppo, alla guida del quale mi auguro un nuovo Presidente, che sia, nelle sue proprie qualità e capacità, attivo e presente sostenitore e sostenuto da tutti.

Parecchi sono i progetti in cantiere per i prossimi anni, tra cui una nuova edizione dei Komendunesi. Corona situazione permettendo, cercheremo nel 2021 di riportare i Komendunesi a Comenduno, con l’obiettivo di riconfermare e consolidare il “palco europeo” che abbiamo iniziato a costruire nel 2019, di cui Valerio e tutti noi siamo molto fieri. Così come piaceva definirla a Valerio, la “Calata dei Komendunesi” non si ridurrà ad un’esperienza musicale o all’arrivo degli amici del Marcello, bensì ad una sfida di accoglienza, di partecipazione, di spiritualità e di scambio all’interno del Museo e della comunità di Comenduno, in qualità di Paese, piccolo attore in Europa.

La scomparsa di Valerio non riguarda solo la storia del Museo, ma tocca anche la mia storia personale, perché anche io sono cresciuto giù, lì al maglio. Come riportato nel messaggio ufficiale del Museo, ciascuno di noi terrà con sé il proprio ricordo di Valerio. Oltre ai tanti ricordi, porterò nei suoi confronti la grande riconoscenza per avermi dato la possibilità di ricongiungermi al mio Paese. Una ricongiunzione che mi ha permesso di cominciare a restituire alla comunità in cui sono cresciuto e alla quale appartengo il mio apporto.

Oltre ai tanti ricordi, porterò nei suoi confronti la grande riconoscenza per avermi dato la possibilità di ricongiungermi al mio Paese. Una ricongiunzione che mi ha permesso di cominciare a restituire alla comunità in cui sono cresciuto e alla quale appartengo il mio apporto.

Una possibilitá che ha finalmente tradotto in pratica questo istinto lavorativo volontario e comunitario insito in me, tramandato nell’anima delle mie famiglie Noris, Conca, Vedovati, Belotti, Camozzi. Una riconoscenza che insomma non puó farmi stare fermo né zitto, anzi! Quindi, ancora grazie Valerio!


Tutto è potuto accadere ed accade forse perché Valerio mi conosceva, forse perché ci ha semplicemente creduto, forse perché ho cominciato a crederci anche io, forse perché semplicemente è una storia non solo mia e perché continueró a raccontarla al Museo, insieme a tanti di Voi.

Grazie a voi per aver letto questo articolo, al Don e alla redazione del Bollettino per la disponibilità e a tutte le socie e i soci del Museo.

Sti sö fránch!

Il festival Komendunesi nasce nel 2019 per dare vita a incontri musicali, divulgativi e culturali a Comenduno (BG), in collaborazione con il Museo etnografico della Torre.
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